Trattandosi di cotto fatto a mano, secondo le tecniche dell’antica tradizione, le movimentazioni manuali durante la produzione del manufatto fanno sì che lo stesso subisca delle piccole "sbeccature", inevitabili considerando anche il trasporto al Cantiere. Tali "sbeccature" che comunque non penalizzano minimamente l’effetto finale del pavimento, sono causate anche dalla "vetrificazione" dei nostri manufatti data dalla temperatura molto alta con cui cuociamo i nostri mattoni, ciò rende il nostro prodotto inattaccabile dal gelo e con bassi indici di assorbimento.
I nostri pavimenti in cotto possono essere installati in modo tradizionale - semiasciutto o "spolvero"- o incollati come una comune ceramica, in entrambi i casi i manufatti devono essere testati immergendoli per circa 30 minuti in acqua; questa operazione permette di verificare se all’interno del manufatto sono presenti delle piccole impurità che solo in questo modo riescono ad affiorare in superficie.
I manufatti con impurità, di solito un 3%, saranno così utilizzati per fare i tagli rientrando comodamente nella percentuale di "sfrido", di circa un 8%
Un altro accorgimento molto importante nella produzione del cotto fatto a mano, sta nel miscelare i manufatti durante la posa in opera, attingendo da diversi pacchi e non sempre dalla stessa confezione per mescolare bene le diverse sfumature di colore derivate dalla cottura (caratteristica tipica del cotto fatto a mano).
Per finire abbiamo riscontrato l’incompatibilità dei nostri manufatti stuccati con gli stucchi pronti Mapei o Kerakoll. In particolar modo, sia in interno su pavimenti riscaldati, che in esterno dove il manufatto tende a sentire più gli sbalzi termici e quindi si dilata, una stuccatura troppo forte e rigida non funge da giunto dilatatorio causando lo sfaldamento del manufatto in prossimità della stessa. Si consiglia di stuccare sempre il manufatto con malte cementizie a base di inerte, calce e cemento, o il sempre più usato rinzaffo storico (metodo antico).
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